I MAPUCHE, due stati un solo popolo
Mapuche, nel mapudungun (lingua autoctona) è l’unione di due parole che: gente e mapu; terra, gente della terra,
Nella cultura mapuche la persona: il che possiede diverse dimensioni, la cosmovisione, filosofia, religione e spiritualità sono argomenti tanto vasti come anche interessanti ma che per spazio e per tempo approfondiremo in un’ altra sezione. Questa cultura è millenaria e come tale ha molto da dire, speriamo che la repressione in atto non distrugga quello che è rimasto e che noi possiamo ricuperare la sua lingua, che ne in Cile ne in Argentina, è contemplato il bilinguismo, che non è in attuazione nessuna legge ne programma e ancora meno s’insegna a scuola.
Ci auguriamo che le società sorelle cilene e argentine s’integrino nel ricuperare pienamente la cultura e vita del popolo mapuche, popolo ancestrale e saggio, popolo che nasce dalla terra, che la rispetta e rispetta tutte le forme di vita in essa contenute, di conseguenza l’ambiente e gli ecosistemi, non deturpa la natura come fanno le multinazionali e gli stati “molto” tolleranti.
Nel suo passato anteriore all’arrivo degli spagnoli occupavano un territorio cha andava dalle Valli Centrali del Cile fino all’arcipelago di Chiloé al sud, una delle ipotesi parla di reperti archeologici ritrovati che risalirebbero a 600 anni a.C,
Si sa addirittura che c’era un tale dominio culturale, che si parlava mapudungun dal fiume Choapa al nord del Cile fino alla grande isola di Chiloé.
Questo popolo è millenario, secondo le ricerche di Tom Dillehay nel sito archeologico Monte Verde di Puerto Montt ha potuto rivelare la presenza umana nei boschi cileni già nel 1.300 a.C.,
Secondo José Bengoa (JB) storico e storiografo del popolo mapuche all’arrivo degli spagnoli c’erano all’incirca un milione di persone, le attività economiche determinavano i luoghi e il tipo d’assetto, i mapuche si stabilivano in luoghi di grandi risorse alimentari, settori con abbondanti risorse naturali; flora, fauna, fiumi, laghi e mare associati a questi ecosistemi hanno permesso di sviluppare un sistema economico integrato alle attività ortofrutticole, di caccia e raccolta e nelle aree di mare e fiumi raccolta di molluschi e pesca.
Il territorio mapuche è chiamato Wallmapu, ed è composto di due grandi identità divise da una catena montagnosa, cordigliera delle Ande (Pire Mapu), queste due parzialità ricevono il nome di Gulu Mapu, terre compresse dall’Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande, parte di quel ch’è attualmente Cile e Puel Mapu, terre compresse dalla cordigliera delle Ande all’ oceano Atlantico, parte dell’Argentina.
Questo vasto territorio comprendeva solo in quello che oggi è il Cile; 31 milioni di ettari di terre che andavano dalla III Regione di Atacama alla X Regione Los Lagos, non includendo il territorio delle Ande, Pampas argentine fino a Buenos Aires.
Entrambe le parzialità all’est e all’ovest della Cordigliera delle Ande sono composte da diverse identità territoriali o Futal Mapu
MAPPA DI ARAUCO E VALDIVIA – Anno 1870
http://www.memoriachilena.cl/mchilena01/temas/documento_detalle2.asp?id=MC0001279
LA STORIA DEL POPOLO MAPUCHE
Dalle sue origine si era stabilito nelle terre che oggi occupa la zona centrale del Cile e le provincie argentine Neuquén, Río Negro e parte di Buenos Aires.
Dagli spagnoli venivano denominati araucanos, , perchè provenienti da un luogo chiamato, Ragko,(argilla), Terra d’Arauco, ovvero Regno dell’Araucanía, così posteriore alla lotta secolare fra i Mapuche e gli spagnoli nel sud del Cile, troviamo ancora con questo nome sia la provincia d’Arauco come anche la Regione della Araucanía, territorio ancestrale del popolo mapuche.
Parlare della storia della nazione mapuche è parlare della lotta incessante di un popolo per la difesa del suo territorio, del suo intorno, della sua autonomia, della sua cultura, della sua lingua,…
La nazione mapuche subì diverse invasioni a cominciare dal tentativo incaico, al quale con forza e saggezza seppe resistere.
Ci fu dopo la prima invasione europea o colonizzazione spagnola, i mapuche resistettero per ben 2 secoli, oltre alla secolare resistenza questo popolo originario aveva altri mezzi per risolvere i conflitti, per mantenere l’armonia e la buona convivenza con gli altri popoli vicini: “Il parlamento”, all’ epoca erano vere e proprie gestioni diplomatiche dei conflitti che costringevano la Corona Spagnola a stipulare e firmare dei trattati di pace, fra il 1600 e il 1800 circa se ne sono ratificati più di 28 Parlamentos, con la partecipazione di centinaia di Longko e migliaia di guerrieri. Possiamo nominare l’ Accordo di Pace di Quillín – il 6 gennaio del 1641, con la partecipazione di 160 lonko e 2000 guerrieri che stabilisce la frontiera nel fiume Bio Bio e l’indipendenza del territorio Mapuche e il Parlamento Generale di Negrete nel 1793 che durò 4 giorni dove partecipano 171 longko e 2.485 guerrieri con rappresentanti della Corona spagnola.
Ne seguì l’invasione resa sincrona dagli stati cileno e argentino che con grande cinismo chiamarono Pacificazione della Araucania e Conquista del Deserto tramutando questa invasione nella 2° colonizzazione europea, stavolta arrivarono tedeschi, italiani, inglesi, svizzeri, ecc.
Infine l’ invasione delle multinazionali, che in complicità con le dittature militari e con i grandi consorzi economici capitalistici dopo l’ assassinio del presidente del Cile Salvador Allende nel 1973 ebbe inizio l’ impianto del modello economico neoliberale nel Cono Sud, fino ad oggi vigente e che si traduce nel saccheggio di tutte le risorse presenti nel territorio.
Ci occuperemo in dettaglio di quelle invasioni dove si sono compiuti dei deplorevoli genocidi, che la storia ufficiale è impegnata a occultare, ignorare o non parlare; eccidi di massa a danno dei popoli indigeni in Cile e in Argentina e negli altri paesi del continente, eccidi dai quali il popolo mapuche sopravisse con un alto costo in vite e perdita progressiva del suo territorio, ma purtroppo altri popoli sono scomparsi e stanno ancora scomparendo.
I) INVASIONE EUROPEA: LA SPAGNA
Questa lotta secolare, periodo che va dagli anni 1552 al 1803, ma sin dagl’inizi, cioè dall’arrivo degli spagnoli, viene documentata in un poema epico, “La Araucana” di Alonso d’Ercilla y Zuñiga (1533 – 1594), testimone, attore e scrittore spagnolo della Conquista e della Guerra d’Arauco, questa terra viene seminata di eroi e di sangue mapuche; Lautaro, Caupolicán, Fresia, Guacolda, Galvarino, Tucapel, Colo Colo, bravi guerrieri, coraggiosi, valorosi, superbi, abili strateghi,…..
Secondo un mensile “elciudadano.cl” queste caratteristiche dei mapuche in questo periodo storico vengono percepite molto bene dai cileni, lo troviamo scritto nei testi scolastici e s’insegna a scuola.
Ma questa percezione cambia man mano che va scomparendo la verità e la scienza nel trascorso della storia che ne segue.
Tra i secoli XVII e INIZI DEL XIX a partire dal periodo Coloniale, i mapuches vengono denominati “indios” da una classifica raziale dell’epoca (ved. mappa del 1870).
Dopo di ripassare l’independenza del Cile, l’organizzazione dello stato, i governi liberali, guerra del Pacifico (contro Perù e Bolivia), appare la “Pacificazione dell’Araucania”, agli studenti in una lezione si racconta tutto questo episodio: nel 1881 “si pacificò agli indios che vivevano al sud del fiume Bio Bio, perché loro avevano molti conflitti interni”
Sembra quasi che i mapuche siano scomparsi dalla storia del Cile nel secolo XIX, nonostante tutte le campagne i mapuche sono sopravissuti.
Ma attualmente, la percezione che i cileni hanno dei mapuche è cambiata, i qualificativi che caratterizzavano i mapuche: coraggiosi, superbi, valorosi sono stati in modo perverso soppiantati da “indios vagabondi, barbari, ubriaconi” e negli ultimi tempi come terroristi e violenti. I mapuche e i longko difendono le loro comunità, il loro territorio dall’aggressività e dalla repressione del connubio fra le multinazionali e lo stato cileno usurpatore.
UNA STORIA NASCOSTA
Iniziamo dal periodo della Conquista (1552 – 1601), periodo de battaglie, continue invasioni. Gli spagnoli arrivarono dal Nord, ma furono fermati dalla forza, coraggio e tenacia di questo popolo.
Tanti storici attribuiscono molta importanza al fatto che i mapuche sono stati gli unici in America Latina a fermare l’avanzata degli spagnoli, e che resistettero per dei secoli, difendendo la nazione ed il territorio mapuche dalle invasioni europee.
Consideriamo che sia molto importante osservare che già in quel periodo della storia latinoamericana, la nazione mapuche era stata in grado di parlamentare, firmare e ratificare accordi, cercare altre forme di lotta che non fosse solo guerra e torture medioevali, cercando altri modi d’intendere ed interpretare quel reale e critico periodo storico.
I mapuche hanno parlamentato, combattuto e cercato la strada per accordarsi con gli europei, gli hanno chiamati “Parlamentos” e nel corso dei secoli ne avrebbero ratificati diversi (28) intanto che si viveva un periodo di conflitti e continue invasioni,….hanno quindi dimostrato di avere già a partire del 1600, una grande capacità di dialogo, di adattamento ai cambiamenti, alle nuove situazioni che si presentavano, apprendendo le tecniche di guerra dagli stessi spagnoli, come l’uso del cavallo fino ad allora sconosciuto in Cile, e l’allevamento di bestiame. La nazione mapuche ci lascia un grande insegnamento per i giorni nostri, giorni di eterne guerre.
Alcuni dei Parlamentos, più significativi, specificando che fino al 1803 all’incirca sono ratificati fra la Nazione Mapuche e la Corona Spagnola, periodo nel quale si produce l’indipendenza del Cile dalla Spagna, così troviamo dei Parlamentos firmati tra la Nazione Mapuche e la neonata Repubblica del Cile come el Parlamento di Tapihue del 1825.
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Il Parlamento di Quillín – il 6 gennaio del 1641, avviene un primo incontro fra spagnoli e mapuche, in quest’accordo si stabilisce la frontiera nel fiume Bio Bio e l’indipendenza del territorio Mapuche, che fu ratificata con periodicità, da parte della Spagna così in questo modo diventa territorio non appartenente alla Capitanerìa Generale del Cile.
– Verso la fine della guerra contro gli spagnoli, il territorio mapuche indipendente comprendeva 10 milioni di ettari, veniva riconosciuta l’autonomia della nazione araucana nella regione compressa fra i fiumi Bio Bío e il Calle Calle, nell’odierna provincia di Valdivia,
Nonostante gli accordi gli spagnoli continuarono a vulnerare la pace e La Frontiera.
Il Parlamento generale di Negrete, 13 febbraio del 1726 ratifica il riconoscimento de La Frontiera sul fiume Bio Bio e con essa l’independenza del territorio mapuche, stabilendo e regolando inoltre i rapporti commerciali, fonte di conflitti che i mapuche s’impegnarono a difendere la Corona Spagnola contro i criollos*.[si applica ai figli di padri europei nati in qualsiasi parte del mondo, che non era Europa, in genere s’applica a gl’ispanoamericani nati o discendenti da padri spagnoli].
Con un altro Parlamento Generale de Negrete del 1803, 3 a 5 marzo concorrono 3299 indigeni inclusi 239 caciques* [parola di origine caraibica, capo di tribu, termine che gli spagnoli diffusero in America] principali e Luis Muñoz de Guzmán dalla parte spagnola.
Tutti questi Parlamenti sono dei veri trattati internazionali, ispano-mapuche servivano a regolare i rapporti commerciali e a regolare i conflitti ogni volta che venivano violate la pace o le norme pattuite.
1825 Parlamento Generale di Tapihue, 7 gennaio del 1825 Questo Trattato firmato tra lo Stato cileno e la Nazione mapuche nel 1825, stabilisce il rispetto della frontiera esistente in quel momento e permettere il transito ed il commercio tra gli abitanti del Cile e Wallmapu (País Mapuche).
Il 25 ottobre 1823, tramite una consultazione del Senato, la Repubblica del Cile, da poco indipendente dispose la convocazione di un parlamento generale con i mapuche che vivevano a sud del río Biobío, con fine di concordare lo statuto che regolerebbe i rapporti tra la nascente Repubblica e il popolo mapuche. Il 7 gennaio 1825, durante l’amministrazione del Generale Ramón Freire, si è tenuto il Parlamento Generale Tapihue tra un rappresentante inviato dai militari cileni e il Congresso con pieno potere Barnechea-capitano, e le massime autorità
butalmapus Mapuche, guidati dal Lonko Mariluan.
L’articolo 19 di questo Parlamento ha ratificato il fiume Bio Bio come la frontiera tra Cile e Ragko Mapu (Arauco in spagnolo), ponendo fine una guerra di almeno 14 anni con la Repubblica del Cile-prodotto dell’alleanza tra i Mapuche e la corona spagnola.
L’articolo 19 del Parlamento ha ratificato il fiume Bio Bio come la frontiera tra Cile e Ragko Mapu (Arauco in spagnolo), ponendo fine una guerra di almeno 14 anni con la Repubblica del Cile-prodotto dell’alleanza tra i Mapuche e la corona spagnola.
Tanti anziani Lonkos, storiografi e studiosi sostengono che tale trattato è stato violato nel 1881 quando il Cile invase militarmente l’Araucanía.
II) INVASIONI CILENA E ARGENTINA
… CONTINUA LA DIFESA DELL’AUTONOMIA DELLA NAZIONE MAPUCHE,…
Loro erano diventati i più grandi allevatori del cono sud, attraversano la cordigliera delle Ande e ritornano la pampa argentina
Dopo 7 anni dall’ultimo Parlamento de Negrete nel 1803, si produce l’independenza del Cile -1810, a partire da questa data la nazione mapuche mantiene la sua indipendenza per 70 anni fino al 1880.
Così nel 1813 s’implementavano le prime leggi indigene che trasformavano i mapuche en “cittadini” e mettevano le loro terre al mercato. Pero questo avveniva nei territori al nord del Bío-Bío, al sud invece non sono venute applicate. Accelerando così la voglia di annettere i territori dell’Araucanía alla da poco nata repubblica cilena.
Bisogna considerare che fino al 1860 il Cile arrivava fino a Chillán e Concepción,
Lo stato cileno considerava che questi territori al sud erano terra di nessuno, racconta lo storico Josè Bengoa.
Fino a metà del secolo XIX, il popolo mapuche godeva dell’indipendenza territoriale e nei suoi domini lo Stato Cileno non esercitava effettiva giurisdizione. La Frontera durante la República è stata riconosciuta nel Parlamento di Tapihue del 1825 e nella legge del 1852 che crea la provincia di Arauco si riconobbe come territori indígeni, le terre che integravano la provincia. Nei fatti, le autorità cilene non hanno avuto controllo giurisdizionale della’Araucanía sino al 1883.
La Corona Spagnola riconobbe la autonomia del popolo mapuche, e diverse decade dopo l’indipendenza, lo stato cileno tradendo le regole d’onore e senza avviso o dichiarazione di guerra invase il suo territorio, confinando questo popolo ad una zona ridotta di terre, con una campagna militare che decimò la popolazione mapuche
GUERRA “PACIFICAZIONE DELL’ARAUCANIA” (CILE)
1842 – 1862 – 1884, all’inizio invasione subdola, poi occupazione violenta
Con questo nome: “Pacificazione” nel 1842 lo stato cileno inizia una “Guerra” non dichiarata ufficialmente, in modo subdolo porta avanti una invasione militare nel territorio mapuche ancestrale, mascherata dalla creazione d’incarichi “Capitani Amici” e di livello superiore “Commissari di Nazioni”, comunque rapporti d’amicizia; stratagemma che coprivano l’espansione cilena. Altro non era che una guerra d’occupazione, al contrario di quello che si racconta ed il nome che porta questo periodo storico: Pacificazione.
– Secondo la Storia ufficiale; nell’enciclopedia scolastica di un noto periodico (La Tercera): “Il governo di José Joaquin Perez incaricó della Pacificazione dell’Araucania al governatorato militare della provincia di Arauco, Cornelio Saavedra. Costui oltrepassò la frontiera del fiume Bio Bio e tramite altri parlamentos, riunioni pacifiche, – stabilì rapporti d’amicizia con gl’indigeni”.
– Secondo José Bengoa e Interculturalità e Axxioma Sviluppo Umano di Temuco:
“Il processo bellico sferrato nella Araucania da parte di Cornelio Saavedra: “è stata una guerra”, si consolida l’occupazione materiale del territorio, si perde l’autonomia per effetto dell’azione militare.
Questo processo è stato violento, 10 novembre 1881, settore, Pomona Sta Rosa, lì sono rimasti 75 indigeni morti, da allora conosciuto come il quartiere della matanza (“Historia de Temuco” Eduardo Pino Zapata, Pág. 19)”.
La Guerra Pacificazione dell’Araucanía è Memoria Viva per il Popolo Mapuche ….
Fra gli anni 1862 e 1884, l’esercito al mando di Cornelio Saavedra occuperà militarmente l’Araucania, intentò sterminare il popolo mapuche incorporando le terre allo stato cileno. Gli orrori prodotti durante questa lunga campagna rimangono riflessi nei giornali dell’epoca (“Historia del Pueblo Mapuche” José Bengoa, Pág. 222-223.
“Dopo gli orrori, degli assassini, delle rapine e degli assalti a mano armata che se è commessa con gli indios, ancora si decreta contro di loro una “guerra di sterminio, vogliono che non difendano la loro terra, la famiglia e il suo oro,
(19 dicembre 1868, El Meteoro de los Angeles).
I mapuche resistettero 15 anni, la differenza in armamento ha giocato un ruolo decisivo, mentre gl’indigeni usano lance di legno, boleadoras (*), pali, i soldati cileni contavano con armi da fuoco, . Migliaia di mapuche morirono difendendo il suo territorio, lasciando la vita per la sua mapu (terra).
Nell’ anno 1881 il territorio mapuche si era ridotto a 526 mila ettari di terre, queste terre erano fiscali e con limiti definiti che non corrispondevano più alla sua cultura. L’annessione definitiva dell’Araucania al territorio nazionale scatenò enormi conseguenze per la società mapuche nel secolo XIX. Quella più simbolica è la crisi in quanto alla proprietà del territorio, il quale subisce una notevole diminuzione durante il trascorso del secolo XX.
Lo stato cileno ridusse fisicamente al popolo mapuche, si è valso della forza, occupò e ridusse ai mapuche in comunità e “reducciones”, impose la sua legislatura, le sue autorità, la sua forma di divisione politica e amministrativa, riducendo la sfera del controllo mapuche alla sua comunità. Riducendo le sue terre a un 5% del territorio ancestrale.
Questo episodio della storia per i mapuche fornisce il modello di quel che sarà la situazione attuale, non erano più una nazione libera e autodeterminata, piuttosto appartenevano ad uno stato che non gli riconosceva come mapuche, bensì come cileni.
L’ annessione definitiva del territorio mapuche si produce nel 1881, si calcola che da quel anno fino al 1907 morirono di conseguenza per violenza, fame, freddo e malattie tra 20.000 e 30.000 mapuche. Nei testi scolastici nessun approfondimento, non ci sono morti; era una “Pacificazione”, o meglio possiamo dire che troviamo i primi “desaparecidos” del cono sud.
GUERRA CONQUISTA DEL DESERTO (ARGENTINA) 1879 – 1885
Campagna militare che aveva fra i suoi obiettivi l’ incorporazione di nuovi territori allo stato argentino, il genocida Julio Argentino Roca, intenta anche lui sterminare il popolo originario mapuche, sotto il suo comando l’esercito argentino schiavizzò e assassinò migliaia di mapuche, violando la Costituzione e Leggi del Congresso continuò il massacro oltre il Rio Neuquèn.
Consegna milioni di ettari di terra ai latifondisti britannici, è molto evidente, come lo è anche la presenza di cognomi inglesi nelle tenute agricole de la Patagonia.
La Campagna d’ invasione ai territori mapuche è stato fondamentale nell’applicare un modello economico che, aiutato dalla Società Rurale e l’ oligarchia argentina mise il paese al servizio delle potenze straniere.
Si calcola che nella Campagna del Deserto morirono 20.000 originari: donne, bambini e uomini, e quelli che si salvarono cacciati nelle terre sterili, appropriazione di bambini, le donne come serve nella città di Buenos Aires, parte degli uomini nei campi di concentramento come la isola Martin García, altri portati come schiavi a lavorare al nord.
Quelli che raccontano sono i figli dei figli degli assassinati, spogliati, perseguitati, ed espulsi alle grandi città.
LA COMPLICITÀ EUROPEA E COLONIALE, (estratto da articolo di A.Seguel in EcoPortalNet);
“Nei primi anni del Novecento, dopo l’invasione militare dello Stato cileno in territorio Mapuche [Wallmapu], diversi Stati europei e il Cile convengono in una nuova politica coloniale per questa area geografica, che viene effettuata con l’arrivo di centinaia di “coloni” portati principalmente da Germania, Italia, Svizzera e Olanda.
Agli Stati dell’Occidente non importava che i connazionali avrebbero occupato territori usurpati, sfruttati e violati de i mapuche, tuttavia, hanno taciuto e furono complici di una delle azioni più atroci e avidi che si conoscono nella storia di questi territori dall’arrivo degli spagnoli, che hanno contribuito a decongestionare le loro aree demografiche, a scapito dell’ impoverimento e, con la perdita del 95% del territorio mapuche indipendente, al sangue e fuoco in queste terre, che sono state distribuite principalmente tra le colonie di europei e militari cileni e stabilimento di villaggi “. http://www.ecoportal.net/content/view/full/21230
… IL SEGUITO DELLE CAMPAGNE ….
I “TITOLI DI MERCED E REDUCCIONES” Il governo cileno regolarizzò la proprietà in questo nuovo territorio assegnando i “Titoli di Merced”, si chiamavano così perche si davano gratuitamente una “merced” di terra agl’ indigeni, riconoscendo il dominio su di esse. é’ curioso vedere come lo stato cileno dava terre ai mapuche come se non le avessero avute, come se fossero appena arrivati in quei paraggi.
COMMISSIONE RADICADORA (insediamento). Questa istituzione alzava un piano della quantità di terre che possedeva una famiglia o un gruppo di famiglie, elaborava un Titolo di Merced sopra quelle terre, a nome del cacique principale. In cifre, secondo il CIDA (Comitato Interamericano Sviluppo Agricola), la quantità di titoli assegnati è stata di 3.078 suddividendo un totale di 475.194 ettari (1924).
A queste campagne militari ne seguì in Argentina e in Cile un’ altra invasione non meno violenta, sia lo stato cileno che quello argentino fecero arrivare coloni. Nei territori occupati assegnarono terre a coloni cileni ed europei, principalmente spagnoli, tedeschi, italiani, francesi, svizzeri, inglesi,.. In totale nell’ anno 1904 in Cile arrivarono 36.000 europei, 24.000 contrattati dalle agenzie di “colonizzazione” e 12.000 arrivarono con i propri mezzi.
Addirittura venivano incentivati o pagati con una superficie di terra (60 ettari), 1 coppia di buoi, 200 assi di legno, 1 scatola di chiodi,… (raccontato da Luchsinger stesso, parente di un colono svizzero arrivato nel 1886). Se avevano figli maschi con più di 10 anni avevano diritto a una aggiunta di terra, biglietto gratis dal porto al Cile, mucca con vitello, aratro, macchina x togliere i tronchi, pensione per 1 anno, assistenza medica,….
In epoca di colonizzazione, a sangue e a fuoco cominciò una vorace usurpazione di territori, i metodi di spoglio furono diversi. Dai più atroci al inganno dei notai e avvocati, intanto che i mapuche non conoscevano lo spagnolo. Degli episodi di violenza estrema ne faremo menzione di alcuni, per ragione di spazio, ma comunque questi fatti si ripetevano spesso.
– 1913 Vengono uccisi il cacique Manquepán e tutta la sua famiglia, 15 persone per mano dei fratelli Muñoz coloni del luogo, Loncoche.
– Mattanza di Forrahue, vicinanze di Osorno, vengono chiusi in una ruka (capanna mapuche) 25 persone tra donne, bambini e uomini, incendiandola,. Forrahue è il simbolo della violenza e dell’ impunità di quel periodo.
– Espulsioni di numerose famiglie mapuche da parte dei coloni tramite processi farsa, rifugiandosi loro nella cordigliera.
– Si registrano numerosissime vittime, buttate ai fiumi, morti a bastonate, fucilate, arse vive,..
– Uccisioni dei capi famiglia o comunità,
– Rivitalizzazioni di diversi gruppi per controllare le terre promesse, come quello temuto del gruppo paramilitare di Hernan Trizano, italiano (Genova), lui accompagnò Bartolome Mitre in Argentina e Cornelio Saavedra in Cile,
– Furono sottratti 20.000 teste di bestiame lanoso, 5.000 bestiame bovino.
Non si contabilizzarono il numero di cavalli e di pollame.
– Tanti conflitti che derivavano in scontri armati,
– Da Santiago si vendevano le terre, senza sapere se quelle terre erano occupate o no,
– Spostamento di recinzioni
III) INVASIONE: LE MULTINAZIONALI
…continua nella sezione Multinazionali …